domenica 20 luglio 2025

Il digiuno intermittente e la prevenzione del diabete: la mia esperienza

 

aprile 2023


luglio 2025

Ciao a tutti, sono Giorgio Federico Pitarresi, un pensionato di 68 anni, e oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore e che sto sperimentando in prima persona con ottimi risultati: il digiuno intermittente. Da circa sette mesi, ho introdotto questa pratica nella mia routine quotidiana e ho notato dei vantaggi significativi nella diminuzione della mia glicemia e nella regolazione dell'ipertensione, nonchè una drastica diminuzione del peso corporeo (circa 10kg)

Permettetemi di spiegarvi meglio, non perchè sono un medico ma per esperienza personale.


Che cos'è il digiuno intermittente?

Il digiuno intermittente non è una dieta nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto un approccio alimentare che alterna periodi di assunzione di cibo a periodi di digiuno. Si basa sull'idea di seguire il naturale ritmo circadiano del nostro corpo, quel ciclo di 24 ore che regola il nostro sistema endocrino, il sistema nervoso autonomo e il metabolismo dei nutrienti. In pratica, si tratta di dare al nostro corpo delle pause dall'assunzione costante di cibo, permettendogli di "riposare" e ripristinare alcune funzioni.
Nel mio caso specifico 8 di alimentazione /16 di digiuno:
alle 06:00 colazione con fette biscottate, latte e integratore proteico e circa 2lt di acqua;
alle 14:00 pranzo con  pasta (50gr.), verdure, e alterno (tofu, bietola, pesce, uova, carne), frutta e 2lt di acqua;
alle 18:00 tisane o latte o acqua.

Chiaramente ho intensificato l'attività fisica, alternando tre sedute in sala pesi con tre sedute di
cammino di almeno 12 kg 
       


Digiuno intermittente: la scienza dietro la pratica

Studi su animali da laboratorio hanno dimostrato l'efficacia del digiuno intermittente nella prevenzione e nel trattamento di patologie metaboliche, in particolare quelle cardiometaboliche. Si parla di riduzione della pressione arteriosa, miglioramento dell'insulino-resistenza, diminuzione del tessuto adiposo e prevenzione del diabete di tipo 2, ictus e malattie cardiache. Anche negli esseri umani sani, sembra che il digiuno intermittente possa essere efficace nella prevenzione di queste condizioni.

Ma come agisce esattamente? Il segreto sta nella fisiologia della digestione e della secrezione di insulina. Quando mangiamo, soprattutto carboidrati come zuccheri raffinati e cereali (pensiamo alle farine bianche o al riso), questi vengono scomposti in glucosio. Il glucosio entra nel nostro sangue ed è utilizzato dalle cellule per produrre energia. Se però non lo utilizziamo tutto, il nostro corpo lo immagazzina, trasformandolo in grasso nel tessuto adiposo.

L'insulina, un ormone prodotto dal pancreas, è il protagonista di questo processo. Viene rilasciata dopo i pasti per permettere al glucosio di entrare nelle cellule. Tra un pasto e l'altro, i livelli di insulina diminuiscono, consentendo alle cellule adipose di rilasciare lo zucchero immagazzinato, che viene poi utilizzato come energia.

Lo scopo del digiuno intermittente è proprio questo: permettere ai livelli di insulina di scendere sufficientemente e per un tempo abbastanza lungo da consentire al corpo di bruciare i grassi accumulati.


La mia esperienza personale e i risultati preliminari

Come accennavo, da sette mesi ho iniziato a praticare il digiuno intermittente, e posso dirvi che i risultati mi stanno davvero entusiasmando. Ho notato una sensibile diminuzione dei miei livelli di glicemia, un aspetto fondamentale per chi, come me, vuole tenere sotto controllo il rischio di diabete. Inoltre, ho riscontrato una migliore regolazione della mia ipertensione, un altro beneficio non da poco per la salute cardiovascolare.

Certo, è importante sottolineare che la ricerca è ancora in corso. Uno studio pilota pubblicato sulla rivista Cell Metabolism suggerisce che il digiuno intermittente, supportando il nostro ritmo circadiano, potrebbe essere una strategia efficace nel trattamento della sindrome metabolica e, di conseguenza, nel ridurre il rischio di diabete mellito di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari associate. Questi risultati sono incoraggianti, ma è chiaro che ci sono ancora diversi aspetti da approfondire, come gli effetti a lungo termine, l'aderenza a questo modello alimentare e la sua efficacia su vasta scala.


Per quanto mi riguarda, la mia esperienza è positiva e mi spinge a continuare su questa strada. Naturalmente, è sempre fondamentale consultare il proprio medico prima di apportare cambiamenti significativi alla propria alimentazione, specialmente se si hanno condizioni di salute preesistenti.


Giorgio Federico Pitarresi


venerdì 18 luglio 2025

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