giovedì 10 giugno 2021

08 - 11 Luglio 2021 - Cammino di San Felice - San Felice e la “Spiritualità dei Piedi”

 


8-11 Luglio Cammino di San Felice

data da sOgnare in agenda

San Felice e la “Spiritualità dei Piedi”

Un santo senza parole, così viene consegnata alla nostra immaginazione la figura di quest’uomo in carne e ossa oltre che Spirito, che viene alla luce nelle nostre contrade, più di tre secoli fa.

Avvicinando la vita dei santi, corriamo sempre un grande rischio, renderli personaggi disincarnati, eterei, quasi totalmente privi della loro fisicità. 

Questo approccio è spesso favorito e alimentato da una certa apologetica che mira al miracolismo, al sensazionalismo e al culto della personalità più che a mettere l’accento sull’universo relazionale, elemento centrale della vita di ogni essere umano. 

Relazione con se stessi, con gli altri, con il creato e in maniera particolare per la vita di un santo, relazione con Dio.

Succede con i santi quello che avviene quando ci avviciniamo ad un albero e cogliamo e gustiamo un frutto... ci inebriamo del suo profumo, lo assaporiamo, ma non badiamo a tutto Il lavoro che hanno fatto le radici e l’albero per garantire il nutrimento, alle cure di chi ha potato e irrigato, alle migliaia di ore di Luce che hanno reso possibile il miracolo della vita. 

Così ci avviciniamo spesso alla vita dei santi come ad un frutto da consumare ... in maniera egoistica e autoreferenziale; l’esatto contrario della santità che è servizio in relazione.

Un santo senza parole è pertanto un’occasione preziosa per comprendere e sperimentare che non si scrive solo con le mani, usando carta e penna o la tastiera di un tablet o di un pc, ma si può scrivere grazie ai piedi, imprimendo passi sulla terra che sono come e più che parole, capaci di comunicare una spiritualità corporea e pertanto umana perché: “Tutto che è umano e anche spirituale e tutto ciò che è spirituale è anche umano” (Papa Francesco). Affermazione che fa eco alle parole dei padri della Chiesa: Caro salutis cardo, la carne è il cardine della salvezza.

La Strada è pertanto uno strumento prezioso per tentare di conoscere la complessità della vita di una Santo come San Felice senza banalizzarla disincarnandola. 

Per questo è necessario abbracciare la Strada, ri-percorrere i Passi, affrontare un percorso.

Un Cammino viene concepito nel sogno, prende corpo nell’immaginazione, lo percorri più e più volte nei passi di parole di chi ti ha preceduto, prefiguri le sue salite e le sue discese... ma chi lo dà alla luce rendendolo concreto, sono loro: i piedi.

Radici mobili che non ringrazieremo mai abbastanza per il nutrimento che danno al nostro corpo e alla nostra anima. 

Estremità umile, perché in contatto con l’humus, la nuda terra che ci nutre e ci dà vita e perché ci offrono un servizio tanto prezioso quanto poco apprezzato e riconosciuto. 

Molto cambierebbe nella nostra esistenza e in quella di chi ci circonda se cominciassimo a prendere in considerazione il punto di vista dei piedi, quello che certamente ha reso unica la vita di San Felice che ha scritto la sua autobiografia sulla polvere delle nostre Strade. Chi vuole leggerla, può mettersi in Cammino.

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