martedì 1 luglio 2014

FOTOGRAFIA: 01 giugno 2013 - 22^ tappa del Cammino - da O' Cebriero a San Mamede





















































































Spettacolo da non perdere la nebbia e l'alba di O Cebreioro. Oggi camminiamo nelle terre di Santiago, delle nebbie, degli antichi Celti e delle preziose miniere romane, delle colline e dei boschi di querce e castagni. Dall'ostello posto a quota 1296m si sale ancora fino al punto massimo a 1370 nelle vicinanze del Teso da Cruz e monte Area. Da qui prendiamo una ampia pista forestale che conduce alla prima "parrocchia" del giorno. In Galizia i comuni sono detti Concellos ai quali appartendono diverse parroquias (frazioni) che comprendono a loro volta diversi aldeas (villaggi). Verso sud a sinistra della pista forestale la vista spazia tra colline senza fine, vegetazioni di felci, querce, castagni e pascoli che costituiscono la Sierra O Courel. La pista termina incontrando la strada LU-633 a Santo Estevo de Liñares. Già il famoso Codex Calixtinus riporta questa località. Nota infatti è la medievave Iglesia de San Esteban in stile pre-romanico restaurata nel 1963. E' ad una sola navata e custodisce una pala d'altare in stile barocco. Riprendiamo il cammino attraversiamo la strada LU-633 per prendere una pista vicina alla strada che ci avvolge con i sui faggi, lecci e altre specie di natura atlantica. All'alto de San Roque a quota 1270 si alza la plastica scultura bronzea che raffigura un pellegrino medievale che avanza contro vento, opera dell'artista José María Acuña. Il sentiero segue parallelo alla strada e scende lievemente ed arriviamo a Hospital de la Condesa. Qui incontriamo i primi esemplari di vacche note come "rubias gallegas" apprezzate per la loro carne. Lasciamo questo villaggio di allevatori per una pista a lato del gard-rail della strada e poi lungo un tratto lastricato arriviamo a Padornello il regno della pietra e delle lastre di ardesia. Usciamo da questo piccolo paese ed una ripida ma per fortuna breve salita ci porta all'alto del Poio (1335 m slm) dove un albergue, un bar e una trattoria permettono di prendere un po' di ristoro. Da qui dolcemente si scende fino a Fonfría. Se arriviamo troppo presto e il bar è chiuso è possibile incontrare qualche donna del paese che ci accoglie offrendo la deliziosa torta di "latte fritto". Dopo Fonfria, cominciamo a perdere quota decisamente passando per Biduello, Filloval, Pasantes, Ramil  dove troviamo un castagno ultra centenario. E' facile trovare qualche anziano del posto che racconta la leggenda di quel castagno che dice essere stato piantato quando Cristoforo Colombo scoprì l'america ... ma forse è solo una leggenda. Siamo arrivati a Triacastela meta della nostra tappa dove possiamo trovare diversi albergue. La tappa è breve giusta per riprenderci dalle fatiche del giorno prima. Noi optiamo per prendere l'itinerario di di San Xil (più breve 18,3km) di quello per il monastero di Samos (più lunga 24,8km). All'uscita da Triacastela prendiamo a destra e attraversiamo la strada LU-633 dalla quale pochi metri dopo a sinistra parte la deviazione per San Xil. Inizialmente per strada asfaltata e poi per un sentiero arriviamo a Balsa. Tra boschi di querce ritorniamo sulla strada proprio all'altezza della fontana Dos Lamerios e ancora su asfalto e su strada in pendenza arriviamo a SanXil. Il villaggio sta alla nostra sinistra e un distributore automatico di bibite lungo la strada è tutto ciò che offre il luogo. Continuiamo sulla strada in falso piano che diventa poi un po' più impegnativa avvicinandosi a Riocabo da dove comincia il tratto più bello della tappa tra sentieri in mezzo ad animali al pascolo, castagni, querce, betulle. Avvicinandosi a Montán qualche difficoltà sul sentiero per dei tratti lastricati che con il bagnato diventano scivolosi. Si scende fino Fontearcuda dove il pilastrino conta/km segna 121,5Km . Il cammino prosegue e quando attraversiamo la strada prestare attenzione ai segni indicatori per evitare di fare il giro largo verso Zoo. Superiamo un torrente e di nuovo salendo ritorniamo sulla strada asfaltata e raggiungiamo Furela. Il verde dei boschi lascia lo spazio ai prati a pascolo. A Furela possiamo trovare ristoro presso il bar che si trova al lato della strada. Usciamo dal paese e poco dopo attraversiamo la strada in prossimità del cartello che indica l'entrata nel comune (Concillo) de Sarria, per entrare nel paesino di Pintín dove anche qui eventualmento troviamo bar e ristorante. Si prosegue lungo la strada LU-5602 e tratti di sentiero che tagliano la strada principale fino ad arrivare all'albergue de Calvor in prossimità di una rotonda. Arrivo a SanXil Volendo potremo entrare in Calvor (Perros)che si erge sui resti di un antico "Castro" romano del quale rimangono alcune opere di difesa. La chiesa di Santo Estevo o San Esteban precedentemente era un monastero fondato nel secolo VIII e prima ancora una chiesa Visigota. Attualmente è stata restaurata e conserva alcuni elementi di epoca romana come il capitello. Da guardare un bassorilievo romanico della Vergine con il bambino. Da qui si prosegue sulla strada principale LU-5602 per 0,5 km per attraversare la strada e entrare in Aguiada dove tra l'altro si immette il cammino di chi eventualmente ha scelto l'itinerario per Samos. Dopo l'abitato, ritorniamo sulla strada, ma per un percorso parallelo ad essa. Lungo questo tratto a sinistra della strada troviamo l'abitato di San Mamede do Camiño (tre case) dove restiamo per dormire in un albergue di lusso gestito dai cittadini francesi.