11 maggio 2013 - Dopo avere passato la notte dormendo per terra con la sola protezione del materassino per esercizi ginnici ed il sacco a pelo, di buon ora, partiamo da Saint Jean Pied de Port che è diventata ormai il punto di partenza classico del cammino francese in alternativa a Roncesvalles. Il percorso prevede il superamento dei Pirenei per il punto più alto, il colle di Lepoeder a quota 1430 metri sul livello del mare. Pertanto questa prima tappa presenta un dislivello di ben 1265 metri che aggiunti alla lunghezza di quasi 27 km ne fanno una tappa piuttosto dura.
Iniziare in questo modo potrebbe essere controproducente e difficile per chi non ha un po’ di preparazione e pertanto potrebbe essere consigliato il percorso alternativo che prevede il transito attraverso il fondo valle meno impegnativo oppure quanto meno spezzare la presente tappa portandosi fino al Refuge Orisson per riprendere il giorno successivo ... ma noi da uomini duri e ben allenati optiamo per il valico dei Pirinei, anche perchè, pensiamo che non ripeteremo più questa esperienza.
La città di Saint Jean Pied de Port, chiamata in basco Donibane Garazi, è dal secolo XII la porta d'ingresso che dalla Francia porta al territorio navarrese passando per il passo di Ibañeta. La città conserva la sua architettura medievale di città fortificata. Il “camino de Santiago”, percorre la “rue de la cittadele”, tra edifici medievali e storici come la "Prigione dei Vescovi", da porta San Jaques fino all'Arco di San Juan che immette al pont d'Espagne sulle acque del rio Nive. Da qui, il cammino prosegue lungo la strada fino a raggiungere una tabella con una conchiglia (simbolo del cammino) ed il marchio rosso e bianco GR 65 con l'indicazione “Chemin de Saint Jacques de Compostelle”. Una dura salita ci attende e va affrontata lentamente per evitare di compromettere il resto del cammino. Si sale così su strada asfalta tra case e quartieri quali: Iruleya y Erreculus, circondati da verdi prati e dopo circa 5 km si giunge a Honto.Dopo aver oltrepassato le ultime case, la salita si attenua e prosegue con un sentiero che sale con una successione di curve a ferro di cavallo. Finito il sentiero si ritorna nuovamente sull’asfalto, passando accanto a una fonte e ad una tavola di orientamento. E’ un buon punto di osservazione dal quale si gode una splendida vista su Saint Jean Pied de Port e parte dell’Aquitania francese.
Un chilometro più in su arriva all’ostello Orisson, un’ulteriore alternativa per passare la notte. Soprattutto per il pellegrino che abbia iniziato la tappa a pomeriggio avanzato. Si prosegue per una stretta strada di montagna, in compagnia di pecore di razza Manech e di robusti cavalli insensibili ai rigori del clima. Quattro chilometri circa più avanti e a circa cento metri sulla destra si può scorgere su una altura la statua della Vergine di Biakorri, adornata di fiori, collane, croci, conchiglie ed altri oggetti offerti dai pellegrini.
Dopo venti minuti di marcia si oltre passa una deviazione alla nostra destra, che scendendo porterebbe
fino alla località francese di Arnéguy; due chilometri più avanti finalmente, si arriva al punto chiave della giornata. Sulla destra della strada c’è un cumulo di pietre che sorregono un cartello di legno con incisa l’iscrizione Roncevaux/Orreaga (Roncisvalle in francese e in Basco).
A questo punto prendere a destra abbandonare la strada asfaltata D-428 e continuare per il morbido del prato pirenaico. Si passa immediatamente accanto a una croce di pietra con un recinto intorno e si sale lungo la collina fino al passo lasciando alla nostra destra un vecchio rifugio-ricovero in pietra. Mancano solo 1 Km al confine con la Spagna e giungere al valico di Bentarte, dove si trova la Fontana di Roldán, che ricorda il paladino di Carlo Magno sconfitto insieme al suo esercito, nell’anno 778 dai Baschi. Poco dopo, un triplo segnale in legno ci indica, di proseguire a destra verso Roncesvalles. Lungo una pista che attraversa una splendida faggeta, si raggiunge il colle di Lepoeder, la quota massima della tappa a 1430 metri di altitudine. Qui si presentano due possibilità per proseguire, comunque ben segnalate. A sinistra la più corta (3,6 km fino a Roncesvalles), ma con la difficoltà di dover scendere per dei ripidi pendii. A destra 400 metri più lunga però più facile passando per il passo di Ibañeta. E' preferibile la più lunga e scendere quindi per la strada asfaltata. Le vedute sono grandiose e ci rivelano il paesaggio della tappa di domani: boschi di faggi, Ronce-
svalles poi Burguete e la valle dell’Erro. Arriviamo così al passo de Ibañeta, dove si trova l’aguzza chiesa di San Salvador, costruita in ricordo di un antico eremo in cui si faceva suonare la campana per guidare i pellegrini medievali e il cippo che ricorda il paladino Orlando. Alla tappa manca solo un sospiro
e, dopo essere passati accanto al Centro di specie avicole migratorie, il nostro itinerario si inoltra attraverso il faggeto per giungere a Roncesvalles, caratterizzata dalla Reale Collegiata gotica.
Iniziare in questo modo potrebbe essere controproducente e difficile per chi non ha un po’ di preparazione e pertanto potrebbe essere consigliato il percorso alternativo che prevede il transito attraverso il fondo valle meno impegnativo oppure quanto meno spezzare la presente tappa portandosi fino al Refuge Orisson per riprendere il giorno successivo ... ma noi da uomini duri e ben allenati optiamo per il valico dei Pirinei, anche perchè, pensiamo che non ripeteremo più questa esperienza.
La città di Saint Jean Pied de Port, chiamata in basco Donibane Garazi, è dal secolo XII la porta d'ingresso che dalla Francia porta al territorio navarrese passando per il passo di Ibañeta. La città conserva la sua architettura medievale di città fortificata. Il “camino de Santiago”, percorre la “rue de la cittadele”, tra edifici medievali e storici come la "Prigione dei Vescovi", da porta San Jaques fino all'Arco di San Juan che immette al pont d'Espagne sulle acque del rio Nive. Da qui, il cammino prosegue lungo la strada fino a raggiungere una tabella con una conchiglia (simbolo del cammino) ed il marchio rosso e bianco GR 65 con l'indicazione “Chemin de Saint Jacques de Compostelle”. Una dura salita ci attende e va affrontata lentamente per evitare di compromettere il resto del cammino. Si sale così su strada asfalta tra case e quartieri quali: Iruleya y Erreculus, circondati da verdi prati e dopo circa 5 km si giunge a Honto.Dopo aver oltrepassato le ultime case, la salita si attenua e prosegue con un sentiero che sale con una successione di curve a ferro di cavallo. Finito il sentiero si ritorna nuovamente sull’asfalto, passando accanto a una fonte e ad una tavola di orientamento. E’ un buon punto di osservazione dal quale si gode una splendida vista su Saint Jean Pied de Port e parte dell’Aquitania francese.
Un chilometro più in su arriva all’ostello Orisson, un’ulteriore alternativa per passare la notte. Soprattutto per il pellegrino che abbia iniziato la tappa a pomeriggio avanzato. Si prosegue per una stretta strada di montagna, in compagnia di pecore di razza Manech e di robusti cavalli insensibili ai rigori del clima. Quattro chilometri circa più avanti e a circa cento metri sulla destra si può scorgere su una altura la statua della Vergine di Biakorri, adornata di fiori, collane, croci, conchiglie ed altri oggetti offerti dai pellegrini.
Dopo venti minuti di marcia si oltre passa una deviazione alla nostra destra, che scendendo porterebbe
fino alla località francese di Arnéguy; due chilometri più avanti finalmente, si arriva al punto chiave della giornata. Sulla destra della strada c’è un cumulo di pietre che sorregono un cartello di legno con incisa l’iscrizione Roncevaux/Orreaga (Roncisvalle in francese e in Basco).
A questo punto prendere a destra abbandonare la strada asfaltata D-428 e continuare per il morbido del prato pirenaico. Si passa immediatamente accanto a una croce di pietra con un recinto intorno e si sale lungo la collina fino al passo lasciando alla nostra destra un vecchio rifugio-ricovero in pietra. Mancano solo 1 Km al confine con la Spagna e giungere al valico di Bentarte, dove si trova la Fontana di Roldán, che ricorda il paladino di Carlo Magno sconfitto insieme al suo esercito, nell’anno 778 dai Baschi. Poco dopo, un triplo segnale in legno ci indica, di proseguire a destra verso Roncesvalles. Lungo una pista che attraversa una splendida faggeta, si raggiunge il colle di Lepoeder, la quota massima della tappa a 1430 metri di altitudine. Qui si presentano due possibilità per proseguire, comunque ben segnalate. A sinistra la più corta (3,6 km fino a Roncesvalles), ma con la difficoltà di dover scendere per dei ripidi pendii. A destra 400 metri più lunga però più facile passando per il passo di Ibañeta. E' preferibile la più lunga e scendere quindi per la strada asfaltata. Le vedute sono grandiose e ci rivelano il paesaggio della tappa di domani: boschi di faggi, Ronce-
svalles poi Burguete e la valle dell’Erro. Arriviamo così al passo de Ibañeta, dove si trova l’aguzza chiesa di San Salvador, costruita in ricordo di un antico eremo in cui si faceva suonare la campana per guidare i pellegrini medievali e il cippo che ricorda il paladino Orlando. Alla tappa manca solo un sospiro
e, dopo essere passati accanto al Centro di specie avicole migratorie, il nostro itinerario si inoltra attraverso il faggeto per giungere a Roncesvalles, caratterizzata dalla Reale Collegiata gotica.
Roncisvalle chiaro esempio di gotico francese in Spagna. La costruzione della chiesa avvenne tra il 1215 e 1221 per volontà del re navarro Sancho VII el Fuerte. Venne poi restaurata causa uno stato d’abbandono attorno al XVII secolo.
Costituita da una pianta a tre navate. Nel presbiterio si erge la scultura della Virgen de Rocesvalles scolpita in legno e placata d’argento opera del XIV secolo. Interessante anche il chiostro a pianta quadrata risalente alla prima metà del secolo XVII. La tomba del Re Sancho detto el fuerte per la sua stazza fisica. La leggenda dice infatti che la scultura posta sopra la sua tomba, sia a grandezza naturale mentre la catena faccia parte del bottino di guerra che il re vinse contro l’emiro arabo Miramamolin.
La capilla de Santiago, piccola costruzione gotica del XIII secolo. Il “Silo de Carlomagno o capilla del Espiritù Santo la costruzione più antica di Roncisvalle risalente al XII secolo dove veniva data sepoltura ai pellegrini … ma leggenda dice venne sepolto Carlo Magno.
Costituita da una pianta a tre navate. Nel presbiterio si erge la scultura della Virgen de Rocesvalles scolpita in legno e placata d’argento opera del XIV secolo. Interessante anche il chiostro a pianta quadrata risalente alla prima metà del secolo XVII. La tomba del Re Sancho detto el fuerte per la sua stazza fisica. La leggenda dice infatti che la scultura posta sopra la sua tomba, sia a grandezza naturale mentre la catena faccia parte del bottino di guerra che il re vinse contro l’emiro arabo Miramamolin.
La capilla de Santiago, piccola costruzione gotica del XIII secolo. Il “Silo de Carlomagno o capilla del Espiritù Santo la costruzione più antica di Roncisvalle risalente al XII secolo dove veniva data sepoltura ai pellegrini … ma leggenda dice venne sepolto Carlo Magno.
Alle 19,00 assistiamo alla messa giornaliera per i pellegrini e alla fine riceviamo la benedezione per il buon cammino. Per dormire troviamo alloggio in una struttura a 5 stelle, molto confortevole, gestita da olandesi. Pranziamo in un ristorante tipico con maccheroni a sugo (non tanto buoni) e come secondo un'enorme trota a vapore, il tutto condito con dell'ottimo vino tinto (rosso).