15 maggio 2013 - Partiamo prestissimo da Villatuerte attraversiamo il paese fino al ponte romanico sul rio Iranzu che divide la parte nuova dalla parte antica della cittadella. Attraversiamo la pericolossima strada, la NA-132 che costò la vita ad una pellegrina canadese travolta da un'auto come ricorda un cippo in pietra. Scendiamo lungo un agevole sentiero fino al ponte curvo sopra il fiume Ega il cui Cirauqui ci accompagnerà fino ad arrivare ad Estella. Suggestivo è l’arrivo nella città lungo la calle de Curtidores passando davanti alla possente facciata in stile romanico/gotico della chiesa del Santo Sepolcro del XII secolo. Da vedere assolutamente, la iglesia San Pedro de la Rùa in stile romanico del XII secolo con una lunga scalinata che da calles Rúa y San Nicolás sale al bel portale a dieci archi lavorati con influenze arabe e il Palacio de los reyes de Navarra con un bella facciata con archi e finestre. In una delle colonne è scolpita lo scontro tra Rolando e il gigante Ferragut.
Oggi il palazzo è sede di mostre di pittura. Prima del monastero de Irache, una fonte di acqua e vino offrono il miglior antidoto contro l’insidioso tratto che conduce a Villamayor de Monjardín caratterizzato da coltivazioni di vigneti e ulivi. Siamo in un territorio dove le distanze tra un paese e l'altro sono notevoli e al di fuori dei centri abitati non c'è nulla; la solitudine si fa sentire. Lasciate le case di Ayegui, cittadina fusa con Estella, ci siamo trovati alla fonte del vino installata dalle Cantine di Irache che sgorga vino in orario di ufficio. Noi, essendo arrivati presto, qui i negozi aprono dopo le 10,00, non abbiamo potuto gustarlo, ma in compenso ci siamo messi davanti alla webcam ed alcuni colleghi dell'ufficio ci hanno visto.A pochi passi ci siamo trovati davanti l'impressionante mole del Monastero di Santa María la Real de Irache. Situato alla base di Montejurra, riceveva i pellegrini quando Estella ancora non esisteva. Il monastero di Irache che consta tra gli altri edifici, di una chiesa romanica ed un chiostro plateresco, ha avuto gran importanza nella storia navarrese, quantunque la sua epoca di maggiore splendore sia iniziata nella seconda metà del secolo XI, sotto il mandato dell'abate San Veremundo che ne incrementò i possedimenti ed il suo prestigio. Oggi è disabitato. Proseguendo il cammino, abbiamo seguito il tracciato tradizionale per Azqueta y Villamayor de Monjardín. Abbiamo scelto la tradizionale, che ci porta ad attraversare la N-1110 e passa attraverso una strada di servizio tra il Camping Iratxe e le abitazioni. Attraverso un tunnel si accede ad una strada in mezzo a campi coltivati e più avanti procede tra alberi di querce. Il percorso interrotto dall'attraversamento della strada, riprende fino ad Azqueta località dove vive Pablo Sanz Zudaire detto Pablito dei "bordoni" (i bastoni dei pellegrini) che fin dal 1986 costruisce e offre i bastoni fatti con il legno di nocciolo, ai pellegrini che vanno a trovarlo a casa sua. Proseguendo il cammino prima di entrare a Villamayor di Monjardín, dove si racconta ci furono battaglie di Carlo Magno, si può ammirare la Fuente del Moro del secolo XIII. Si tratta di una
robusta cisterna coperta con volta ad arco di stile romanico. Nella cima alta del monte si osservano i resti del castello di San Esteban del secolo X che si ergono dominando la regione. Villamayor è nota per i suoi vigneti e le cantine. Un paio di km dopo si arriviamo all'incrocio con la strada per Urbiola dove si trova una fontana per l'acqua. E bene rifornirsi perché per i successivi 10km non si trovano abitazioni e altre fonti.
Arriviamo a Los Arcos cittadina che conserva buona parte del suo centro storico e dove esistono dei buoni albergues per pellegrini, qui mangiamo degli ottimi bocadillo con prosciutto crudo ed incontriamo di nuovo Carlos, un simpatico ragazzo di Madrid che purtroppo deve abbandonare il cammino per tendinite. Mentre che mangio un francese mi riporta la boraccia dell'acqua che avevo scordato 10 km avanti in una panchina, magia del cammino. A Los Arcos interessante la chiesa de Santa Maria con un bel altare barocco. La piazza antistante la chiesa è un invito ad una pausa di riposo per affrontare l'ultimo pezzo di cammino . Usciamo da Los Arcos sotto la Porta de Castilla e incrociamo la strada NA-129. Si entra così nuovamente in una strada sterrata che prosegue parallela alla strada NA-1110 per 3 Km e quindi all'abitato di Sansol dove c'è un tempio barocco del XVII secolo dedicato a San Zoilo.Ci fermiamo per la notte in un albergue di bassa qualità, sporco e con una sola doccia per tutti gli ospiti, 16 persone.
Oggi il palazzo è sede di mostre di pittura. Prima del monastero de Irache, una fonte di acqua e vino offrono il miglior antidoto contro l’insidioso tratto che conduce a Villamayor de Monjardín caratterizzato da coltivazioni di vigneti e ulivi. Siamo in un territorio dove le distanze tra un paese e l'altro sono notevoli e al di fuori dei centri abitati non c'è nulla; la solitudine si fa sentire. Lasciate le case di Ayegui, cittadina fusa con Estella, ci siamo trovati alla fonte del vino installata dalle Cantine di Irache che sgorga vino in orario di ufficio. Noi, essendo arrivati presto, qui i negozi aprono dopo le 10,00, non abbiamo potuto gustarlo, ma in compenso ci siamo messi davanti alla webcam ed alcuni colleghi dell'ufficio ci hanno visto.A pochi passi ci siamo trovati davanti l'impressionante mole del Monastero di Santa María la Real de Irache. Situato alla base di Montejurra, riceveva i pellegrini quando Estella ancora non esisteva. Il monastero di Irache che consta tra gli altri edifici, di una chiesa romanica ed un chiostro plateresco, ha avuto gran importanza nella storia navarrese, quantunque la sua epoca di maggiore splendore sia iniziata nella seconda metà del secolo XI, sotto il mandato dell'abate San Veremundo che ne incrementò i possedimenti ed il suo prestigio. Oggi è disabitato. Proseguendo il cammino, abbiamo seguito il tracciato tradizionale per Azqueta y Villamayor de Monjardín. Abbiamo scelto la tradizionale, che ci porta ad attraversare la N-1110 e passa attraverso una strada di servizio tra il Camping Iratxe e le abitazioni. Attraverso un tunnel si accede ad una strada in mezzo a campi coltivati e più avanti procede tra alberi di querce. Il percorso interrotto dall'attraversamento della strada, riprende fino ad Azqueta località dove vive Pablo Sanz Zudaire detto Pablito dei "bordoni" (i bastoni dei pellegrini) che fin dal 1986 costruisce e offre i bastoni fatti con il legno di nocciolo, ai pellegrini che vanno a trovarlo a casa sua. Proseguendo il cammino prima di entrare a Villamayor di Monjardín, dove si racconta ci furono battaglie di Carlo Magno, si può ammirare la Fuente del Moro del secolo XIII. Si tratta di una
robusta cisterna coperta con volta ad arco di stile romanico. Nella cima alta del monte si osservano i resti del castello di San Esteban del secolo X che si ergono dominando la regione. Villamayor è nota per i suoi vigneti e le cantine. Un paio di km dopo si arriviamo all'incrocio con la strada per Urbiola dove si trova una fontana per l'acqua. E bene rifornirsi perché per i successivi 10km non si trovano abitazioni e altre fonti.
Arriviamo a Los Arcos cittadina che conserva buona parte del suo centro storico e dove esistono dei buoni albergues per pellegrini, qui mangiamo degli ottimi bocadillo con prosciutto crudo ed incontriamo di nuovo Carlos, un simpatico ragazzo di Madrid che purtroppo deve abbandonare il cammino per tendinite. Mentre che mangio un francese mi riporta la boraccia dell'acqua che avevo scordato 10 km avanti in una panchina, magia del cammino. A Los Arcos interessante la chiesa de Santa Maria con un bel altare barocco. La piazza antistante la chiesa è un invito ad una pausa di riposo per affrontare l'ultimo pezzo di cammino . Usciamo da Los Arcos sotto la Porta de Castilla e incrociamo la strada NA-129. Si entra così nuovamente in una strada sterrata che prosegue parallela alla strada NA-1110 per 3 Km e quindi all'abitato di Sansol dove c'è un tempio barocco del XVII secolo dedicato a San Zoilo.Ci fermiamo per la notte in un albergue di bassa qualità, sporco e con una sola doccia per tutti gli ospiti, 16 persone.